Frammento n. 1

In sostanza, il paragone più evidente che si presentava tra quei due tipi di umanità, la nostra e quella sovietica, era di un lago brillante di fronte a un oceano commosso e desolato. Conobbi molte ragazze e donne, ed esse, più ancora degli uomini, mi fecero una impressione profonda, di creature appassionate, intimamente irragionevoli, viventi sul filo di leggi grandissime, che noi avevamo dimenticate. I loro occhi erano così grandi, lampeggianti, teneri. Vi fissavano, e un mesto sorriso nasceva sulle loro labbra non dipinte. Parlavano come noi, delle stesse cose, la casa, l’uomo, ecc. Si privavano subito di un loro oggetto, se lo desideravate, per darvelo, e con tutto il cuore. Anch’io mi privai di alcune cose che avevo, o le scambiai con cose loro, e nessuno aveva in mente la parola: valore.

Tratto da: Il cappello piumato – A. M. Ortese

Spring beyond Volga – Alexei Belykh